venerdì 16 marzo 2012

Ex isochimica Avellino, l'amianto dimenticato


Salerno. Decine di operai dell’ex Isochimica di Avellino hanno incontrato, mercoledì 7 marzo, i segretari provinciali del PRC, Loredana Marino e Tony Della Pia (rispettivamente di Salerno e Avellino).

Nella sede provinciale del PRC/FdS, i lavoratori hanno raccontato che 240, tra ex operai e loro familiari, sono state vittime di patologie di diverso tipo causate dall’esposizione all’asbesto. Sette sono stati i morti (alcuni da fibrosi polmonare e altri da mesotelioma pleurico e tumore polmonare), tra cui un suicida di quarantotto anni, che ha lasciato moglie e figlie.

Carlo Sessa, un ex operaio dell’Isochimica, ha dichiarato: “tra le persone ammalate, ci sono anche i familiari dei lavoratori: le mogli e le figlie che, per lavare le divise da lavoro, hanno respirato le fibre d’amianto”.
Sessanta sono gli operai di Salerno e provincia, che hanno lavorato nella fabbrica campana. Attraverso la lettera di Gaetano Leone, i lavoratori salernitani hanno chiesto al sindaco della loro città, Vincenzo De Luca, di sostenere la loro battaglia contro quest’ingiustizia.  

L’Isochimica, che si occupava, in seguito ad una commessa delle Ferrovie dello Stato, della scoibentazione e ricoimbentazione delle carrozze ferroviarie, è stata chiusa nel 1988, secondo le ordinanze del pretore di Firenze, Beniamino Deidda. L’anno precedente, l’ing. Graziano ha usufruito dell’amnistia, dopo essere stato imputato ai sensi dell’art. 21 del DPR 303/56, per aver “costretto” i suoi dipendenti a lavorare in un ambiente inquinato.   

Secondo il PRC irprino e il Comitato di Lotta Operai ex Isochimica, dopo vent’anni d’inchieste e di processi giudiziari, le organizzazioni competenti e le istituzioni, come il Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Salute, l’ASL n. 4 di AV, l’INAIL, l’ARPAC, l’INPS e i sindacati non hanno tutelato, con controlli adeguati e costanti, la salute dei cittadini e l’ambiente circostante.

Secondo quanto denunciato dal Comitato di Lotta Operai ex Isochimica e dal Partito della Rifondazione Comunista/Federazione Irpina, “l’amianto rimosso dalle circa duemila carrozze trattate, 20.000 qli, in gran quantità giace sotterrato all’interno dello stabilimento, un’altra parte è incapsulato in blocchi di cemento/amianto, mentre una sconosciuta quantità è stata smaltita in discariche con dubbia competenza, nelle campagne circostanti o lungo l’alveo del fiume Sabato”.

Il PRC e gli operai della fabbrica avellinese chiedono, a gran voce, che vengano condotti una bonifica efficace dell’area contaminata dall’amianto, degli esami dettagliati sugli effetti provocati dall’Isochimica sul territorio; uno studio approfondito del livello di inquinamento delle falde acquifere, atmosferico e terrestre, e la predisposizione di un registro storico epidemiologico, per riportare, negli anni, le patologie tumorali degli abitanti.

L’ex fabbrica di Elio Graziano ha provocato un danno ambientale dalle notevoli dimensione  e ha minacciato la vita di centinai di lavoratori campani. Le sofferenze degli operai avellinesi e salernitani dimostrano, ancora una volta, che il capitalismo, non regolato da leggi in materia di lavoro, salute e ambiente, non solo aumenta lo sfruttamento dei lavoratori, ma mette in serio pericolo la loro stessa esistenza.

Per questo motivo, il Partito della Rifondazione Comunista di Salerno e Avellino si è unito al Comitato di Lotta Operai ex Isochimica per la difesa della salute di tutti i cittadini campani.

Vincenzo Iannone

Nessun commento:

Posta un commento