Salerno.
Decine di operai dell’ex Isochimica di Avellino hanno incontrato, mercoledì 7
marzo, i segretari provinciali del PRC, Loredana
Marino e Tony Della Pia (rispettivamente
di Salerno e Avellino).
Nella
sede provinciale del PRC/FdS, i lavoratori hanno raccontato che 240, tra ex
operai e loro familiari, sono state vittime di patologie di diverso tipo
causate dall’esposizione all’asbesto. Sette sono stati i morti (alcuni da
fibrosi polmonare e altri da mesotelioma pleurico e tumore polmonare), tra cui un
suicida di quarantotto anni, che ha lasciato moglie e figlie.
Carlo Sessa, un ex operaio dell’Isochimica, ha
dichiarato: “tra le persone ammalate, ci sono anche i familiari dei lavoratori:
le mogli e le figlie che, per lavare le divise da lavoro, hanno respirato le
fibre d’amianto”.
Sessanta
sono gli operai di Salerno e provincia, che hanno lavorato nella fabbrica
campana. Attraverso la lettera di Gaetano
Leone, i lavoratori salernitani hanno chiesto al sindaco della loro città, Vincenzo De Luca, di sostenere la loro
battaglia contro quest’ingiustizia.
L’Isochimica, che si occupava, in
seguito ad una commessa delle Ferrovie dello Stato, della scoibentazione e
ricoimbentazione delle carrozze ferroviarie, è stata chiusa nel 1988, secondo
le ordinanze del pretore di Firenze, Beniamino
Deidda. L’anno precedente, l’ing. Graziano
ha usufruito dell’amnistia, dopo essere stato imputato ai sensi dell’art. 21
del DPR 303/56, per aver “costretto” i suoi dipendenti a lavorare in un
ambiente inquinato.
Secondo il PRC irprino e il
Comitato di Lotta Operai ex Isochimica, dopo vent’anni d’inchieste e di
processi giudiziari, le organizzazioni competenti e le istituzioni, come il
Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Salute, l’ASL n. 4 di AV, l’INAIL,
l’ARPAC, l’INPS e i sindacati non hanno tutelato, con controlli adeguati e
costanti, la salute dei cittadini e l’ambiente circostante.
Secondo quanto denunciato dal
Comitato di Lotta Operai ex Isochimica e dal Partito della Rifondazione
Comunista/Federazione Irpina, “l’amianto rimosso dalle circa duemila carrozze
trattate, 20.000 qli, in gran quantità giace sotterrato all’interno dello
stabilimento, un’altra parte è incapsulato in blocchi di cemento/amianto,
mentre una sconosciuta quantità è stata smaltita in discariche con dubbia
competenza, nelle campagne circostanti o lungo l’alveo del fiume Sabato”.
Il PRC e gli operai della fabbrica
avellinese chiedono, a gran voce, che vengano condotti una bonifica efficace
dell’area contaminata dall’amianto, degli esami dettagliati sugli effetti
provocati dall’Isochimica sul territorio; uno studio approfondito del livello
di inquinamento delle falde acquifere, atmosferico e terrestre, e la
predisposizione di un registro storico epidemiologico, per riportare, negli
anni, le patologie tumorali degli abitanti.
L’ex
fabbrica di Elio Graziano ha
provocato un danno ambientale dalle notevoli dimensione e ha minacciato la vita di centinai di
lavoratori campani. Le sofferenze degli operai avellinesi e salernitani
dimostrano, ancora una volta, che il capitalismo, non regolato da leggi in
materia di lavoro, salute e ambiente, non solo aumenta lo sfruttamento dei
lavoratori, ma mette in serio pericolo la loro stessa esistenza.
Per
questo motivo, il Partito della Rifondazione Comunista di Salerno e Avellino si
è unito al Comitato di Lotta Operai ex Isochimica per la difesa della salute di
tutti i cittadini campani.
Vincenzo
Iannone
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