martedì 29 maggio 2012

Donne ed altri guai su trenitalia

Razzismo e misoginia, oltre ad 
andare a braccetto, sono tra le forme d'essere più meschine. Nonostante la storia multiculturale della nostra terra entrambe persistono nel nostro territorio. 
Molti probabilmente hanno assistito a soprusi di varia forma ai danni di migranti e donne,
una ragazza che ha subito e assistito a scene di ordinaria follia ci ha contattato per diffondere la sua esperienza, lo facciamo con piacere e con una ferma condanna di tutte le discriminazioni:

sono una ragazza di salerno che,a ritorno da un viaggio di piacere a Roma,si è trovata a dover prendere il treno Regionale Veloce 3383 NA-SA delle 16.06. 


Appena arrivata al binario mi trovo davanti ad un impacciatissimo controllore che, trovandosi in difficoltà con le lingue, mi chiede di tradurre ad un gruppo di stranieri una frase semplicissima : "dovete cambiare il biglietto con l' U2". Ridacchiando per la banalità della frase da tradurre mi siedo ed il treno parte con dieci minuti di ritardo. Dopo poco arriva lo stesso controllore che mi aveva chiesto di tradurre, ed inizia a controllare i biglietti. 

Un ragazzo italiano vestito in modo molto appariscente dice di non trovarlo, fa palesemente finta di cercarlo, per poi ammetterne l'assenza. La reazione del controllore è placida, neanche stizzita, lo lascia al suo posto chiedendogli, però, per la prossima volta, di comprare regolarmente il biglietto. 


Trascorsa una mezz'ora il controllore torna nello scompartimento per verificare il biglietto di un ragazzo di origine magrebina, il quale, immancabilmente, fa finta di cercarlo ed altrettanto immancabilmente inizia a disperarsi. Il controllore, alla presenza del ragazzo italiano su cui aveva chiuso entrambe gli occhi, inizia ad accanirsi con rabbia e violenza contro il ragazzo magrebino, fino a sbatterlo fisicamente fuori dallo scompartimento al fine di farlo scendere alla prima stazione. 

A questo punto, sbagliando, decido di passare il mio biglietto al ragazzo. Il controllore stranito dall'accaduto inizia ad urlare contro il ragazzo e contro di me. Alla mia reazione di chiedere esclusivamente un pò di educazione e parità di trattamento, o almeno evitare le urla, il "signor" controllore mi minaccia di portarmi dalla PolFer e si rifiuta di fornirmi il suo nome e cognome, che gli ho più volte chiesto (non indossava nemmeno il cartellino,che,credo,sia obbligatorio nella divisa) al fine di segnalare l'abuso di potere. La risposta è stata: "lei se la sta prendendo ed ha agito così perchè è solo una FEMMINA". Quando aveva infine deciso di far scendere me insieme al ragazzo senza biglietto alla prima stazione, fortunatamente gli altri componenti dello scompartimento sono venuti in mia difesa cercando di mitigare i toni del controllore ormai rosso in faccia ed esagitato. In tutto questo, il ragazzo italiano senza biglietto restava tranquillo al suo posto.
Ora, io non posso vergognarmi di essere una donna, ma mi vergogno davvero profondamente del fatto che persone con questo livello culturale si permettano di confrontarsi con gente che almeno le lingue le conosce e che non ha bisogno di sbraitare per affermarsi (il ragazzo magrebino rispondeva al controllore in perfetto italiano e con toni pacati,anche se affranto ed umiliato, nonchè dispiaciuto perchè se la stava prendendo anche con me).


Speravo almeno che simili episodi di ignoranza,stupidità,misogenia e razzismo, si limitassero ad un territorio ben lontano da un sud fatto di colori più africani che europei, in cui, per tradizione, si sono fuse e mescolate tradizioni di tutto il mondo

Francesca

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