Razzismo e misoginia, oltre ad
andare a braccetto, sono tra
le forme d'essere più meschine. Nonostante la storia multiculturale della
nostra terra entrambe persistono nel nostro territorio.
Molti probabilmente hanno assistito a soprusi di varia forma ai danni di
migranti e donne,
una ragazza che ha subito e assistito a scene di ordinaria follia ci ha
contattato per diffondere la sua esperienza, lo facciamo con piacere e con una
ferma condanna di tutte le discriminazioni:
sono una ragazza di salerno che,a ritorno da un viaggio di
piacere a Roma,si è trovata a dover prendere il treno Regionale Veloce 3383
NA-SA delle 16.06.
Appena arrivata al binario mi trovo davanti ad un
impacciatissimo controllore che, trovandosi in difficoltà con le lingue, mi
chiede di tradurre ad un gruppo di stranieri una frase semplicissima :
"dovete cambiare il biglietto con l' U2". Ridacchiando per la
banalità della frase da tradurre mi siedo ed il treno parte con dieci minuti di
ritardo. Dopo poco arriva lo stesso controllore che mi aveva chiesto di
tradurre, ed inizia a controllare i biglietti.
Un ragazzo italiano vestito in modo molto appariscente dice
di non trovarlo, fa palesemente finta di cercarlo, per poi ammetterne
l'assenza. La reazione del controllore è placida, neanche stizzita, lo lascia
al suo posto chiedendogli, però, per la prossima volta, di comprare
regolarmente il biglietto.
Trascorsa una mezz'ora il controllore torna nello
scompartimento per verificare il biglietto di un ragazzo di origine magrebina,
il quale, immancabilmente, fa finta di cercarlo ed altrettanto immancabilmente
inizia a disperarsi. Il controllore, alla presenza del ragazzo italiano su cui
aveva chiuso entrambe gli occhi, inizia ad accanirsi con rabbia e violenza
contro il ragazzo magrebino, fino a sbatterlo fisicamente fuori dallo
scompartimento al fine di farlo scendere alla prima stazione.
A questo punto, sbagliando, decido di passare il mio
biglietto al ragazzo. Il controllore stranito dall'accaduto inizia ad urlare
contro il ragazzo e contro di me. Alla mia reazione di chiedere esclusivamente
un pò di educazione e parità di trattamento, o almeno evitare le urla, il
"signor" controllore mi minaccia di portarmi dalla PolFer e si
rifiuta di fornirmi il suo nome e cognome, che gli ho più volte chiesto (non
indossava nemmeno il cartellino,che,credo,sia obbligatorio nella divisa) al
fine di segnalare l'abuso di potere. La risposta è stata: "lei se la sta
prendendo ed ha agito così perchè è solo una FEMMINA". Quando aveva infine
deciso di far scendere me insieme al ragazzo senza biglietto alla prima
stazione, fortunatamente gli altri componenti dello scompartimento sono venuti
in mia difesa cercando di mitigare i toni del controllore ormai rosso in faccia
ed esagitato. In tutto questo, il ragazzo italiano senza biglietto restava
tranquillo al suo posto.
Ora, io non posso vergognarmi di essere una donna, ma mi
vergogno davvero profondamente del fatto che persone con questo livello
culturale si permettano di confrontarsi con gente che almeno le lingue le
conosce e che non ha bisogno di sbraitare per affermarsi (il ragazzo magrebino
rispondeva al controllore in perfetto italiano e con toni pacati,anche se
affranto ed umiliato, nonchè dispiaciuto perchè se la stava prendendo anche con
me).
Speravo almeno che simili
episodi di ignoranza,stupidità,misogenia e razzismo, si limitassero ad un
territorio ben lontano da un sud fatto di colori più africani che europei, in
cui, per tradizione, si sono fuse e mescolate tradizioni di tutto il mondo
Francesca
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