venerdì 18 maggio 2012

Riforma lavoro, pronta l'approvazione al Senato del massacro dei diritti

da controlacrisi.org:

Tra le proposte di modifica che saranno esaminate ce ne sono anche 16 dei due relatori (oltre a Castro Tiziano Treu del Pd che sono i due sherpa messi al lavoro per limare i testi) e 27 dell'esecutivo. A questi vanno aggiunti i circa 150 sub-emendamenti dei senatori. Rispetto ai testi presentati la scorsa settimana non ci sarebbero modifiche di sostanza “solo drafting del testo”, spiega Castro.

Tra i nodi che saranno sciolti dalla Commissione quello sull'articolo 18 dello Statuto: nei casi dei licenziamenti disciplinari è infatti ancora da decidere se nella riforma vada o meno inserita la cosiddetta 'tipizzazione’ nel ricorso davanti al giudice. Un emendamento dei relatori non la prevede, quello del governo sì. Il rischio è quello di limitare l’ambito di giudizio del giudice e arrivare più direttamente al risarcimento.

Si allunga a un anno la durata del contratto a termine senza causale (dai 6 mesi previsti dal governo), mentre viene ridotto a 20-30 giorni (erano 60-90 giorni) l'intervallo tra contratti a tempo determinato per l'avvio di nuove attività.

Vengono intanto confermati con un emendamento del governo gli sgravi contributivi introdotti in via sperimentale per il 2008-2010 (650 milioni) e oltre al salario di base per i Co.Co.Pro si rafforza l'attuale una tantum per i parasubordinati. La misura, però, è sperimentale, vale 3 anni.

Tra le altre modifiche approvate con piccoli aggiustamenti tecnici quelle sull'apprendistato: si potrà sempre assumere un apprendista, mentre nel testo originario l'assunzione era vincolata alla trasformazione del contratto per almeno il 50% degli apprendisti in azienda.

Via libera, sempre alla proposta dei relatori, secondo cui per attivare il lavoro a chiamata basterà inviare un sms alla direzione provinciale del lavoro. In caso di mancato, avviso i datori di lavoro rischieranno da 400 a 2.400 euro di multa (paura eh!!!). Il job on call sarà libero per gli under 25 e gli over 55.

Infine, le partite Iva: saranno considerate vere quelle che hanno un reddito annuo lordo di almeno 18mila euro, ma si allentano i criteri per la loro regolarizzazione verso un contratto a tempo indeterminato. Se nella versione precedente si teneva conto della provenienza al 75% dallo stesso datore di lavoro, della durata oltre i sei mesi e, infine, del vincolo di orario e presenza in una postazione fissa, nel testo in approvazione l la percentuale passa a più dell’80% dei compensi totali e il periodo di attività sale a otto mesi.
 



Fabrizio Salvatori


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