sabato 26 maggio 2012

Nessuno può essere libero se è costretto ad essere simile agli altri


Il primo movimento gay pride nasce in America nel 1969, anno in cui l'omosessualità veniva etichettata dal “Manuale diagnostico e statistico dell'Associazione americana di psichiatria” come una malattia mentale. Non esisteva nessun movimento dei diritti, nessuna “immoralità” era più ovvia  dell’amore omosessuale;
La svolta arrivò quando, finalmente, si cominciò ad alzare la voce.
I cosiddetti “moti di Stonewall”, punto focale per i diritti LGBT di tutto il mondo, fecero i primi passi proprio in quel periodo
, inserendosi  a pieno nelle fase delle rivendicazioni del movimento sessantottino.

In Italia, invece, la prima manifestazione pubblica dell’amore omosessuale si ebbe meno di 4 anni dopo la prima americana. La scelta del terreno di protesta ricadde su Sanremo, in quanto città ospite  del "Congresso internazionale sulle devianze sessuali" avviato dal CSI, atto a scoprire le cause dell’omosessualità e a proporre alcune terapie per “curarla”. Qui il neonato Fuori! (fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano) diede avvio alla
manifestazione, che nel corso degli anni ha acquistato coraggio,tant’è che mentre a Sanremo nel ‘72 i partecipanti alla marcia erano in tutto una quarantina di persone, Roma, nel ’94, giunse a vederne la partecipazione di oltre diecimila.

Oggi,circa 40 anni dopo le lotte del ’69 e del ‘72, mentre in America il presidente Obama si schiera a favore delle nozze gay (che sia per motivi etici o per motivi politici, io propenderei più per la seconda),in Italia si torna nuovamente a festeggiare  il gay pride.

Nel 2012 il Pride campano sarà ospitato da Salerno, un pride strappato al capoluogo campano grazie, anche, al coordinamento Campania Rainbow e a tutte le realtà salernitane in favore del movimento LGBT
.

In queste settimane è stato allestito il Village, villaggio dei diritti, presso l’area dell’ex Salid. Due settimane di eventi ed incontri per sensibilizzare la cittadinanza sulla tematica LGBT.
Il Village è stato inaugurato nella giornata del 13 maggio da Platinette, nel pomeriggio c’è stata
la presentazione del  libro : "La vera storia dei miei capelli bianchi” scritto dall'On. Paola Concia, convolata a nozze con la sua compagna la scorsa estate.


A seguire, nelle giornate successive: mostre fotografiche (come quella sul  movimento LGBT allestita da Ottavia Voza), concerti, convegni (tra i più significativi ricordiamo quello del 17 maggio,giornata mondiale contro l’omofobia, moderato dal direttore dell’edizione salernitana de Il Mattino, Gianni Molinari, cui ha preso parte, come ospite di maggiore spicco, il filosofo Gianni Vattimo.)  e conferenze stampa (interessante quella organizzata a sostegno dei lavoratori del consorzio salernitano trasporti pubblici –CSTP-). Il Village è culminato ieri 25 maggio con diversi “matrimoni” goliardici e il concerto della compagnia d’altrocanto.
Tanti, quindi,gli appuntamenti che si sono susseguiti  nel corso delle otto giornate di Maggio e tanti i personaggi pubblici che hanno fatto da cordone ai veri protagonisti dell’iniziativa: i diritti civili e i diritti negati.

La manifestazione si chiuderà oggi,  26 maggio con la tradizionale parata che sfilerà sul lungomare salernitano e vedrà in testa Vladimir Luxuria. La marcia della Rainbow Flag si impone  con fierezza sulle discordanti opinioni provenienti dal municipio, intenzionato in un primo momento a “sparare” su ogni bacio dato alla luce del sole, poi frettolosamente smentitosi in una dichiarazione pubblica in cui si afferma che “c’è una raccomandazione degli uffici per la sobrietà ma è una raccomandazione che si formula di prassi per tutte le manifestazioni, che vale anche per le iniziative sindacali e culturali, a prescindere dagli orientamenti privati”, e che le polemiche sono state create dal nulla come dal nulla poteva creare Michelangelo.
 Si apre con il Village e il Pride salernitano, una nuova prospettiva per il sud dove, più che in altri luoghi, si tenta con non pochi sforzi  di dare una maggiore e più significativa visibilità a quella battaglia sotterranea che, meno di 30 anni fa apparteneva ancora al movimento femminista, e che oggi costituisce il fulcro di una lotta “amorevole” che ha difficoltà a mostrarsi e ad emergere in un territorio ritroso e tanto legato alla sua moralità sessista.
“L’amore è amore. E non ha mica sesso. Pensateci”.
(E.Brignano)

Francesca D’ambrosio

Presto tutte le foto del Village e della sfilata 

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