Ieri, 14 febbraio,
alle ore 17 nel punto Einaudi a Salerno c’è stato un incontro con Paolo Ferrero che ha presentato il
libro: “in direzione ostinata e
contraria, per una storia di Rifondazione Comunista” di Paolo Favilli ed
oltre alla presentazione ha risposto ad una lunga intervista.
Intervista che ha spaziato dalla situazione interna al partito alla situazione sia italiana che internazionale. Non sono mancate le domande dal pubblico a cui Ferrero si è dedicato verso la fine dell’incontro. Qui riportiamo una sintesi stringata dell’intervista e delle parole spese dal segretario nazionale del PRC:
-la vostra è una storia d’amore e di tradimenti, sono stati più gli amori, più le passioni o più i tradimenti in questi vent’anni?
Non so cosa è stato di più, ma penso che abbiamo fatto bene a fare la battaglia che abbiamo fatto. Se rifondazione non ci fosse stata bisognava inventarla. Questi vent’anni, dall’89 in poi, sono un grande bluff. Caduto il muro di Berlino ci hanno detto che tutto sarebbe andato bene e a distanza di vent’anni si vede la profonda falsità di queste speranze. In questi vent’anni noi ci siamo mossi consapevolmente controcorrente, è evidente che andare in direzione contraria è molto difficile, e quindi si mettono in conto i tradimenti come gli amori.
-Ma se è stata una bella storia d’amore perché lei parla, allora, della necessità di una rifondazione della rifondazione?
La dico brutalmente: con il governo Prodi noi abbiamo distrutto larga parte del patrimonio simbolico di Rifondazione. Questo partito aveva costruito un suo modo di essere che era rispettato, e una parte di quello che avevamo ricostruito lo abbiamo sperperato. Va ricostruito il senso della nostra storia e per fare questo le pratiche sociali di questo partito sono fondamentali.
Ne approfitto per collegarmi ad una domanda che mi avrebbe comunque fatto: Teo Goracci stamattina (nda 14 febbraio) è stato arrestato. La sequela delle accuse è impressionante, manca solo la banda armata. Io un anno fa pensavo tutto il bene di Goracci, ma quando è arrivato l’avviso di garanzia l’abbiamo sospeso, gli abbiamo chiesto di dimettersi da vicepresidente del consiglio regionale, lui non l’ha fatto e abbiamo litigato pubblicamente. Perche il punto è che si è innocenti fino a quando non si viene condannati ma non si possono assumere cariche politiche se indagati per reati contro la pubblica amministrazione.
Bisogna ricostruire la credibilità in modo che la gente ti conosca per quello che fai, e, se sei conosciuto per quello che fai, un evento come quello di Goracci non è un colpo così grande, anche perche uno non ha l’FBI nel partito, non puoi conoscere ogni cosa di ogni iscritto.
Io credo che il fare sia il pulpito da cui parli. Se fai, le tue parole hanno un certo valore altrimenti ne hanno un altro.
-Lei parla di capacità di autodeterminarsi, è prevalsa la fede nella causa alla fede nel partito. questa capacità deve essere accostata ad una capacità di governare i processi?
Io nella prefazione al libro sostengo: lo slogan “liberamente comunisti” non è stato solo uno slogan. Rifondazione è l’unico partito nel quale quando c’erano questioni di fondo, i compagni e le compagne hanno deciso. Non si è avuto un meccanismo di identificazione plebiscitaria. Detto questo, Rifondazione ha avuto un compito storico: tenere aperto un punto di vista. E poi, cercare di creare un rapporto di massa. La nostra dialettica è tra queste due cose.
Se fino a vent'anni fa il sindacato contrattava in avanti, migliorando la condizione dei lavoratori, e in parlamento si riusciva ad avere delle leggi buone (riforma sanitaria, statuto dei lavoratori, chiusura dei manicomi, diritto al divorzio e all’aborto) oggi siamo in una fase dove il capitalismo attacca senza contrattare. Se mi si dice che in questi vent’anni c’è stata una legge giusta io dico che non è vero.
Il problema politico che vedo è come riuscire ad accumulare forze. In parte riusciamo ad essere nei movimenti, a governare i processi. Se c’è una battaglia buona rifondazione è presente. Da questo a costruire quello che sarebbe necessario, cioè la costituente dei beni comuni e del lavoro, c'è ancora molto da fare, anche se abbiamo iniziato. Noi dobbiamo creare un fronte di opposizione sociale.
Poi un punto fondamentale è la costruzione di un opposizione al governo Monti come fatto non episodico, la proposta di Di Pietro (unione di Sel Idv e Fds se l’inciucio elettorale di PD e PDL va in porto) può essere un punto di partenza, mi dispiace che Vendola abbia risposto: mai senza il PD. Diventa così una catena di sant’antonio: il PD insegue il terzo polo, Sel insegue il PD e si ritrovano tutti in quella cosa chiamata centro che piace tanto a confindustria.
Quello che credo è che il grande nemico è il bipolarismo. Mi sembra che questo sistema sia fatto in modo che chiunque vinca a governare è la Marcegaglia. Pensare che tutte le scissioni che abbiamo avuto si sono basate proprio sullo “stare dentro” o “stare fuori”, ci sono una serie di veti incrociati che non ti permettono di creare una strada univoca.
La costruzione della sinistra non può prescindere dal ritorno al proporzionale. Per esempio la Linke in germania ha un dibattito interno simile al nostro, però alle elezione vanno con il loro programma proprio perché sono in un sistema proporzionale.
- quante persone secondo lei la pensano come lei, ma non sono iscritti?
La maggioranza dei comunisti stanno fuori dai partiti comunisti, è per questo che dobbiamo ricostruire l’alternativa. Penso che non siano iscritti perche gli errori si pagano e le delusioni si pagano. La vita interna di un organizzazione democratica è complicata anche perche si litiga di più, il nostro è un corpo vivo. In altre parti c’è chi parla e chi applaude e la divisione del lavoro è quella, da noi non è così.
La federazione della sinistra, dovrebbe servire a questo, a mettere insieme i partiti e anche i compagni e le compagne che stanno fuori.
In più Rifondazione sta cercando di essere chiara nell’analisi e netta nelle posizioni. le cose possono cambiare anche rapidamente a livello elettorale e noi dobbiamo costruire l’alternativa che non sia settaria ma sia netta.
I modelli che vengono proposti in Italia sono o Berlusconi o Monti, per me Monti e Berlusconi sono due facce della stessa moneta. Uno è la Milano da bere e l’altro è il paternalismo odioso. Noi dobbiamo essere capaci di proporre un modello di umanità che non è il farsi i cazzi propri, ma che sia un modello di responsabilità collettiva. Conflitto con quelli del piano di sopra e grande solidarietà con quelli del piano di sotto.
-è nel mal contento che cercherete di inserirvi?
Il mal contento può prendere la strada dell’imbarbarimento sociale, la nostra idea è di riuscire a sviluppare il mal contento per creare una lotta contro l’alto, contro i padroni. In concreto bisogna fare la Patrimoniale e poi bisogna fare il reddito di cittadinanza per tutti. Si deve partire dal conflitto per fare proposte concrete.
Bisogna ricostruire un idea duale della società, a noi non ci frega niente di diventare come Briatore, non si tratta di invidia, a noi Briatore ci fa un po’ schifo. Noi dobbiamo ricostruire il nostro modello di riferimento.
Noi abbiamo il “materiale umano” per farlo, chi viene a rifondazione non viene per fare carriera, questo è un elemento di “ingenua passione" che deve caratterizzarci. Su questo si può costruire un idea forte.
Intervista che ha spaziato dalla situazione interna al partito alla situazione sia italiana che internazionale. Non sono mancate le domande dal pubblico a cui Ferrero si è dedicato verso la fine dell’incontro. Qui riportiamo una sintesi stringata dell’intervista e delle parole spese dal segretario nazionale del PRC:
-la vostra è una storia d’amore e di tradimenti, sono stati più gli amori, più le passioni o più i tradimenti in questi vent’anni?
Non so cosa è stato di più, ma penso che abbiamo fatto bene a fare la battaglia che abbiamo fatto. Se rifondazione non ci fosse stata bisognava inventarla. Questi vent’anni, dall’89 in poi, sono un grande bluff. Caduto il muro di Berlino ci hanno detto che tutto sarebbe andato bene e a distanza di vent’anni si vede la profonda falsità di queste speranze. In questi vent’anni noi ci siamo mossi consapevolmente controcorrente, è evidente che andare in direzione contraria è molto difficile, e quindi si mettono in conto i tradimenti come gli amori.
-Ma se è stata una bella storia d’amore perché lei parla, allora, della necessità di una rifondazione della rifondazione?
La dico brutalmente: con il governo Prodi noi abbiamo distrutto larga parte del patrimonio simbolico di Rifondazione. Questo partito aveva costruito un suo modo di essere che era rispettato, e una parte di quello che avevamo ricostruito lo abbiamo sperperato. Va ricostruito il senso della nostra storia e per fare questo le pratiche sociali di questo partito sono fondamentali.
Ne approfitto per collegarmi ad una domanda che mi avrebbe comunque fatto: Teo Goracci stamattina (nda 14 febbraio) è stato arrestato. La sequela delle accuse è impressionante, manca solo la banda armata. Io un anno fa pensavo tutto il bene di Goracci, ma quando è arrivato l’avviso di garanzia l’abbiamo sospeso, gli abbiamo chiesto di dimettersi da vicepresidente del consiglio regionale, lui non l’ha fatto e abbiamo litigato pubblicamente. Perche il punto è che si è innocenti fino a quando non si viene condannati ma non si possono assumere cariche politiche se indagati per reati contro la pubblica amministrazione.
Bisogna ricostruire la credibilità in modo che la gente ti conosca per quello che fai, e, se sei conosciuto per quello che fai, un evento come quello di Goracci non è un colpo così grande, anche perche uno non ha l’FBI nel partito, non puoi conoscere ogni cosa di ogni iscritto.
Io credo che il fare sia il pulpito da cui parli. Se fai, le tue parole hanno un certo valore altrimenti ne hanno un altro.
-Lei parla di capacità di autodeterminarsi, è prevalsa la fede nella causa alla fede nel partito. questa capacità deve essere accostata ad una capacità di governare i processi?
Io nella prefazione al libro sostengo: lo slogan “liberamente comunisti” non è stato solo uno slogan. Rifondazione è l’unico partito nel quale quando c’erano questioni di fondo, i compagni e le compagne hanno deciso. Non si è avuto un meccanismo di identificazione plebiscitaria. Detto questo, Rifondazione ha avuto un compito storico: tenere aperto un punto di vista. E poi, cercare di creare un rapporto di massa. La nostra dialettica è tra queste due cose.
Se fino a vent'anni fa il sindacato contrattava in avanti, migliorando la condizione dei lavoratori, e in parlamento si riusciva ad avere delle leggi buone (riforma sanitaria, statuto dei lavoratori, chiusura dei manicomi, diritto al divorzio e all’aborto) oggi siamo in una fase dove il capitalismo attacca senza contrattare. Se mi si dice che in questi vent’anni c’è stata una legge giusta io dico che non è vero.
Il problema politico che vedo è come riuscire ad accumulare forze. In parte riusciamo ad essere nei movimenti, a governare i processi. Se c’è una battaglia buona rifondazione è presente. Da questo a costruire quello che sarebbe necessario, cioè la costituente dei beni comuni e del lavoro, c'è ancora molto da fare, anche se abbiamo iniziato. Noi dobbiamo creare un fronte di opposizione sociale.
Poi un punto fondamentale è la costruzione di un opposizione al governo Monti come fatto non episodico, la proposta di Di Pietro (unione di Sel Idv e Fds se l’inciucio elettorale di PD e PDL va in porto) può essere un punto di partenza, mi dispiace che Vendola abbia risposto: mai senza il PD. Diventa così una catena di sant’antonio: il PD insegue il terzo polo, Sel insegue il PD e si ritrovano tutti in quella cosa chiamata centro che piace tanto a confindustria.
Quello che credo è che il grande nemico è il bipolarismo. Mi sembra che questo sistema sia fatto in modo che chiunque vinca a governare è la Marcegaglia. Pensare che tutte le scissioni che abbiamo avuto si sono basate proprio sullo “stare dentro” o “stare fuori”, ci sono una serie di veti incrociati che non ti permettono di creare una strada univoca.
La costruzione della sinistra non può prescindere dal ritorno al proporzionale. Per esempio la Linke in germania ha un dibattito interno simile al nostro, però alle elezione vanno con il loro programma proprio perché sono in un sistema proporzionale.
- quante persone secondo lei la pensano come lei, ma non sono iscritti?
La maggioranza dei comunisti stanno fuori dai partiti comunisti, è per questo che dobbiamo ricostruire l’alternativa. Penso che non siano iscritti perche gli errori si pagano e le delusioni si pagano. La vita interna di un organizzazione democratica è complicata anche perche si litiga di più, il nostro è un corpo vivo. In altre parti c’è chi parla e chi applaude e la divisione del lavoro è quella, da noi non è così.
La federazione della sinistra, dovrebbe servire a questo, a mettere insieme i partiti e anche i compagni e le compagne che stanno fuori.
In più Rifondazione sta cercando di essere chiara nell’analisi e netta nelle posizioni. le cose possono cambiare anche rapidamente a livello elettorale e noi dobbiamo costruire l’alternativa che non sia settaria ma sia netta.
I modelli che vengono proposti in Italia sono o Berlusconi o Monti, per me Monti e Berlusconi sono due facce della stessa moneta. Uno è la Milano da bere e l’altro è il paternalismo odioso. Noi dobbiamo essere capaci di proporre un modello di umanità che non è il farsi i cazzi propri, ma che sia un modello di responsabilità collettiva. Conflitto con quelli del piano di sopra e grande solidarietà con quelli del piano di sotto.
-è nel mal contento che cercherete di inserirvi?
Il mal contento può prendere la strada dell’imbarbarimento sociale, la nostra idea è di riuscire a sviluppare il mal contento per creare una lotta contro l’alto, contro i padroni. In concreto bisogna fare la Patrimoniale e poi bisogna fare il reddito di cittadinanza per tutti. Si deve partire dal conflitto per fare proposte concrete.
Bisogna ricostruire un idea duale della società, a noi non ci frega niente di diventare come Briatore, non si tratta di invidia, a noi Briatore ci fa un po’ schifo. Noi dobbiamo ricostruire il nostro modello di riferimento.
Noi abbiamo il “materiale umano” per farlo, chi viene a rifondazione non viene per fare carriera, questo è un elemento di “ingenua passione" che deve caratterizzarci. Su questo si può costruire un idea forte.
Questo pezzo è una sintesi dell’incontro, con molti tagli (interventi e domande di altri
compagni). A breve sul sito http://www.prcfederazionesalerno.it/wordpress/
si potrà scaricare l’audio completo.
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