giovedì 7 giugno 2012

La Grande Bufala della Meritocrazia


Il Governo a cavallo della fine dell’anno scolastico, con l’evidente volontà di presentarlo durante la pausa estiva per evitare le proteste studentesche, sta predisponendo un “decreto merito” che riguarderà scuola ed università.

Come il sistema politico, o meglio la struttura del potere, degli ultimi vent’anni ci ha abituato questa “proposta” verrà estrapolata dal dibattito parlamentare e dal dibattito pubblico per essere calata dall’alto senza che il popolo italiano, è soprattutto gli studenti, possano esprimere la loro idea di riforma della scuola.

Il decreto non fa che seguire la linea degli ultimi anni, perseverando nel tentativo malriuscito di scimmiottare il sistema anglosassone, scagliando nel nostro sistema formativo strumenti come “il migliore studente dell’anno” e le “Olimpiadi del Sapere”. Prendere degli studenti, spogliarli della loro personalità, attitudini e preferenze e vestirli dei crediti che durante l’anno sono costretti a raccogliere con corsi che si presentano come bombe di nozioni, accuratamente svuotati da ogni spunto di criticità; adornare gli studenti, come manichini, con attestati di partecipazione e di “migliore studente dell’anno” per metterli in vetrina alla mercé delle aziende per trasformarli in automi carichi d’informazioni e privi di personalità di certo non aumenta la meritocrazia nella scuola!

Sulla falsa riga del modello INVALSI, nuovi strumenti di somministrazione di quiz per automi vengono inseriti di anno in anno. Il Ministero dell’Istruzione, anziché stanziare risorse per queste pagliacciate, che tutto fanno tranne far aumentare la meritocrazia del sistema scolastico, dovrebbero garantire a tutte e tutti le studentesse e gli studenti, provenienti da ogni angolo del territorio italiano, gli strumenti necessari per ricevere un’istruzione di qualità, che sia adeguata agli standard europei, ma getti le basi per un’adeguata formazione di coscienza e cultura critica e che insegni con l’aiuto della famiglia a vivere in una società multiculturale, dove differenze economiche, di colore e di provenienza non rappresentino un pregiudizio all’autodeterminazione dei e delle giovani che saranno le colonne portanti della società del futuro.

Secondo le ultime riforme, non sono solo gli studenti a dover diventare automi, anche gli insegnanti, con classi in soprannumero, personale ausiliario carente, stipendio da fame, strutture cadenti, attrezzature a dir poco obsolete, dovrebbero trasformarsi in macchine per la somministrazione di nozioni e test, non fornire strumenti che sviluppino le capacità di pensiero degli alunni. Ma di questo nel decreto merito non si parla. Bisognerebbe fornire nuove attrezzature, ristrutturare i plessi scolastici, ridurre il numero degli alunni per classe, valorizzare il percorso formativo e le capacità specifiche acquisite durante gli anni di lavoro in un territorio, smantellare il sistema di precarizzazione degl’insegnanti e fornire una formazione permanente dei docenti, dalle materne all’università, che garantisca standard d'insegnamento adeguati ed al passo con i tempi per gli attori principali del futuro della nostra società.

Per concludere ci preme ricordare al Governo Monti che il decreto legge è uno strumento normativo ideato per garantire rapidità d’azione del Governo stesso in caso di straordinaria necessità ed urgenza, e non lo strumento naturale per legiferare come ci hanno abituato i precedenti esecutivi, dunque questo decreto, come da articolo 77 della Costituzione della Repubblica Italiana, essendo privo della condizione di “necessità ed urgenza”, se non per evitare le proteste di studenti e docenti, è anticostituzionale.

Mentre attendiamo la possibilità di essere rappresentati in parlamento ci chiediamo:
- Cosa fa il parlamento mentre il Governo Monti priva i presunti rappresentanti del popolo italiano del potere legislativo?
- Cosa fanno le opposizioni parlamentari mentre il Governo smantella il sistema formativo italiano che nonostante tutti i problemi rimane uno dei più avanzati al mondo?


Daniele Procida

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