Finalmente
questo malnato e peggio cresciuto 2012 ci elargisce uno sprazzo di sole e l’eco
squillante di tante voci – quelle giuste – in un giorno che molti temevano di
dover vivere fra ricordi e rimpianti: un 25 aprile nel quale finalmente la
memoria del passato ha dato nuova forza alle lotte del presente. Non si è
trattato solo del numero delle manifestazioni grandi e piccole in ogni parte
d’Italia e del numero dei partecipanti ovunque calcolato il più alto degli
ultimi anni.
Si è trattato anche e soprattutto della ricchezza di presenze,
fra le quali prevalgono giovani e giovanissimi e lavoratori. Nei cortei, nei
presidi, nelle fiaccolate della vigilia spiccano gli striscioni e le bandiere
dei partiti antifascisti, dei sindacati, delle associazioni culturali e
sociali, delle comunità di migranti, dei collettivi studenteschi dei centri
sociali, delle lotte territoriali ed operaie tutti uniti nel rivendicare i
valori della guerra di liberazione e condannare il neofascismo di strada e di
governo e il tentativo di equiparare i combattenti per la libertà e la
democrazia e i sostenitori di una dittatura infame e di un’occupazione militare
spietata. Con la consapevolezza del rischio che corre la democrazia del nostro
paese e della necessità che l’uscita da questa crisi non sia lasciata a quelli
che ne sono stati responsabili.
Ecco il resoconto, incompleto, della giornata. Dappertutto Prc e
FdS sono presenti, spesso fino dalla preparazione.
Al corteo dell’ANPI di Roma – il primo dopo alcuni anni di solo
presidio – ci sono i rappresentanti delle tre università, le più recenti
vittime di aggressioni neofasciste e neonaziste, la casa della donna, i
comitati di immigrati fra i quali la comunità palestinese di Roma e Lazio con
le sue bandiere e uno striscione che recita “Gerusalemme città aperta – pace
giusta in Palestina”. Non ci sono il sindaco Alemanno e la presidente regionale
Polverini non invitati.
I compagni e gli antifascisti di Massa Carrara si sono divisi
fra la manifestazione a massa e il presidio (con volantinaggio) di protesta per
la mancata chiusura del supermercato Esselunga.
A Milano decine di migliaia di persone hanno sfilato per
ricordare i propri caduti e denunciare la politica antioperaia e antipopolare
del governo monti con un seguito serale al Giambellino.
A Mestre si è di nuovo cantata bella ciao sostituita per anni
dalla legenda del Piave, grazie al comune che, affiancato dall’ANPI, ha
risolutamente preso in mano l’organizzazione della giornata, nella quale hanno
cantato i giovani e i giovanissimi artisti del coro “scarpe rotte”.
Giovanissimi anche i cantanti del coro resistente che ha
partecipato alle manifestazioni di Bologna iniziata il 21 aprile (liberazione
della città) e conclusa il 25 dal sindaco Virgilio Merola.
Giornata di ricordo e di protesta a Cinque Frondi dove si sono
riuniti i giovani antifascisti di Reggio Calabria; a Vicenza, città sempre
fiera della sua tradizione partigiana e operaia, a San Donà di Piave e a
Chioggia.
A Napoli i giovani dell’ANPI hanno prolungato la manifestazione
con un corteo di studenti, disoccupati, precari per protestare per la mancanza
di lavoro e per la tolleranza della regione nei confronti dei crescenti gruppi
neofascisti e neonazisti.
A Savona tradizionali fiaccolate la sera del 24 e giornata
intera di proiezioni, musica, mostre e discussioni alla Fortezza del Priamar
con concerto finale di Cisco, ex voce dei Modena City Ramblers e una marea di
giovani e meno giovani ad ascoltarlo e a cantare "Bella Ciao",
"Fischia il vento".
Ad Enna i compagni dell'ANPI locale hanno organizzato
manifestazioni di ricordo dei loro concittadini, militari che all'otto
settembre del 1943 erano emigrati al nord non per fare fortuna ma per sostenere
la lotta partigiana nelle valli.
Tre fiaccolate della vigilia anche a Torino e concerto nel corso
del quale il cantautore Gianmario Festa chiama i cittadini a firmare una
petizione per la ripubblicazione dell’acqua.
Tre fiaccolate anche in Val di Susa dove il sindaco di
Sant’Ambrogio, Dario Fracchia, ha letto e diffuso un ordine del giorno del
consiglio che ribadisce le rivendicazioni e la decisione di resistere della
comunità No tav, che alcuni valligiani diffondono anche alle manifestazioni di
Torino e di Milano.
A Salerno la risposta a un manifesto del presidente della
provincia, Edmondo Cirielli, contro la resistenza e i partigiani è data da
un’intera piazza sulla quale sventolano le bandiere dell’ANPI, della CGIL, del
Prc, del Pdci, della FdS, dei giovani del PD e le fasce tricolori di molti
sindaci che toglie la parola all’assessore venuto in rappresentanza dell’autore
del manifesto. Un successo festeggiato in decine di comuni.
A Voghera l’ANPI ha partecipato soltanto alla deposizione di
fiori sulle lapidi dei partigiani caduti rifiutando la presenza e l’intervento
nella sede comunale per protesta contro il sindaco che non ha dato ancora
risposte alla richiesta degli antifascisti e delle famiglie dei partigiani
caduti in combattimento e dei civili vittime di rappresaglie perché sia tolta
la vistosa lapide in memoria di alcune spie e collaborazionisti della
cosiddetta Repubblica di Salò.
Bianca Braccitorsi - Partigiana
Bianca Braccitorsi - Partigiana
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